OMESSO MONITORAGGIO E OMESSA TERAPIA – PERDITA DI CHANCE DI SOPRAVVIVENZA – OTTENUTO RISARCIMENTO DI €. 153.000,00 IN SEDE GIUDIZIALE
Donna, di anni 77, decedeva nel corso di un ricovero ospedaliero.
In sede di CTU, veniva rilevato un inadeguato monitoraggio clinico/strumentale, con conseguente omessa diagnosi di tromboembolia polmonare e omessa terapia antitrombotica.
Tali omissioni risultavano causalmente connesse ad una perdita di chance di sopravvivenza.
A seguito di proposta conciliativa ex art. 185 bis c.p.c. formulata dal Giudice, lo Studio Legale otteneva un risarcimento di €. 153.000,00 per la perdita di chance di sopravvivenza.
TARDIVO INTERVENTO DEI SANITARI – OTTENUTO RISARCIMENTO DI €. 435.000,00 IN SEDE STRAGIUDIZIALE
Uomo, di anni 68, a seguito di ictus cerebrale, subiva un’invalidità permanente dell’80%.
I Consulenti medico-legali dello Studio, a seguito di valutazione della documentazione medica, sostenevano che una condotta ineccepibile da parte dei sanitari della Struttura presso cui fu ricoverato il paziente, avrebbe determinato in quest’ultimo un’invalidità permanente minore, rispetto a quella effettivamente residuata.
In particolare, sostenevano che una valutazione precoce con RM encefalo avrebbe potuto evidenziare l’ischemia cerebrale nelle sequenze di Diffusione, avrebbe consentito una precoce trombolisi con rt-PA (attivatore del plasminogeno tessutale) e quindi avrebbe impedito che la sintomatologia fluttuante si trasformasse in un ictus cerebrale definitivo.
A seguito di procedimento per Accertamento Tecnico Preventivo a fini conciliativi, il CTU nominato dal Tribunale riconosceva un danno differenziale riconducibile a responsabilità professionale valutabile nella misura del 25-30% del totale.
Al termine di trattative con la Compagnia Assicurativa della Struttura coinvolta, lo Studio Legale otteneva un risarcimento di €. 435.000,00, comprensivo del maggior danno biologico del paziente e del danno c.d. riflesso del coniuge.
RITARDO NELL’INTERVENTO CHIRURGICO – STRUTTURA E MEDICO CONDANNATI IN GIUDIZIO AL RISARCIMENTO DI €. 458.000,00
Uomo, di anni 61, durante il ricovero in ospedale muore a causa di uno shock settico secondario a infezione necrotizzante dei tessuti molli dell’arto inferiore sinistro, a sua volta conseguente a frattura , scomposta ed esposta di tibia sinistra.
Nel corso della fase istruttoria, venivano accertati gravi ritardi nel disporre l’intervento chirurgico d’urgenza di pulizia radicale raccomandato dalle Linee Guida, che avrebbe, con alto grado di probabilità, evitato il decesso del paziente.
Il Tribunale, a seguito di procedimento giudiziario, condannava in solido le Strutture Sanitarie coinvolte e il medico curante, al risarcimento totale di €. 458.000,00 per il danno da perdita del rapporto parentale subito dal coniuge e dal figlio della vittima e per il danno biologico terminale trasmesso dalla vittima agli eredi.
ERRATA DIAGNOSI – STRUTTURA E MEDICO CONDANNATI IN GIUDIZIO AL RISARCIMENTO DI €. 148.000,00
Uomo, di anni 53, nel corso di una visita medica presso una Struttura Sanitaria pubblica, riceveva diagnosi di S.L.A. – Sclerosi Laterale Amiotrofica, gravissima malattia degenerativa.
Dopo anni di trattamenti farmacologici per la S.L.A., un medico specialista certificava l’errata diagnosi, modificandola in Mielopatia Cervicale Spondilogenetica.
Il Tribunale, a seguito di procedimento giudiziario, condannava in solido la Struttura Sanitaria e il medico curante, al risarcimento di €. 148.000,00 per il danno morale subito dal paziente per avere vissuto ritenendosi erroneamente portatore di una malattia gravissima e inesorabilmente degenerativa, da cui è derivata la rinuncia ad ogni progettualità di vita e ad ogni relazione personale.
OMESSO INTERVENTO DEI SANITARI – OTTENUTO RISARCIMENTO DI €. 700.000,00 PER I PARENTI DEL DEFUNTO A SEGUITO DI TRATTATIVE STRAGIUDIZIALI AVVENUTE NEL CORSO DEL GIUDIZIO CIVILE
Uomo, di anni 77, durante il ricovero in Ospedale pubblico, muore per infarto acuto del miocardio.
I consulenti medico-legali dello Studio, sostenevano che la mancata attuazione di un monitoraggio accettabile e la mancata prescrizione e somministrazione dell’ossigenoterapia, fossero in rapporto di causalità con l’evento letale.
Nel corso del giudizio civile, lo Studio Legale, a seguito di trattative con la Compagnia Assicurativa della Struttura citata in giudizio, otteneva un risarcimento di €. 700.000,00 in favore dei prossimi congiunti del defunto, quale danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale.
ERRORE MEDICO DURANTE IL PARTO – OTTENUTO RISARCIMENTO DI €. 750.000,00 A SEGUITO DI TRATTATIVE STRAGIUDIZIALI AVVENUTE NEL CORSO DEL GIUDIZIO CIVILE
Bambino, subiva gravi lesioni neurologiche e neuropsichiche a seguito di grave asfissia perinatale (ipossia cerebrale grave – ipossia miocardica – insufficienza renale transitoria) e lesione del plesso brachiale permanente per inadeguata assistenza al parto in struttura sanitaria pubblica di eccellenza.
Nel corso del giudizio civile, lo Studio Legale, a seguito di trattative con la Compagnia Assicurativa della Struttura citata in giudizio, otteneva un risarcimento di €. 750.000,00 per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dal bambino e dai genitori.
RITARDO DIAGNOSTICO ED ERRATA TERAPIA – STRUTTURA E MEDICO CONDANNATI IN GIUDIZIO AL RISARCIMENTO DI €. 125.000,00
Donna, di anni 45, durante il ricovero per accertamenti diagnostici in Casa di Cura di alta specialità, accreditata con il SSN, non riceve la diagnosi corretta di Fibrosi retro peritoneale.
In conseguenza di tali errori tecnici non ha potuto attuare la terapia specifica, continuando a soffrire di sintomatologia dolorosa intensa. Per di più l’omissione di terapia ha comportato danni irreversibili agli organi e sviluppo di Insufficienza Renale Cronica che ha ridotto drasticamente la sua qualità della vita.
ERRATO INTERVENTO CHIRURGICO – STRUTTURA E MEDICO CONDANNATI IN GIUDIZIO AL RISARCIMENTO
Giovane di anni 32, rimasto gravemente leso (perdita di colon con funzione specifica e non surrogabile – lesione dell’integrità psicofisica del 99%) a causa di un errato intervento chirurgico di prostatectomia, non giustificato da condizioni di emergenza – urgenza e non indicato nella patologia del paziente, non diagnosticata in modo definitivo.
ERRATA DIAGNOSI DEL MEDICO DI FAMIGLIA – OTTENUTO RISARCIMENTO IN SEDE STRAGIUDIZIALE
Bambina non ancora adolescente, deceduta a causa di una meningite purulenta da streptococco alfa emolitico, non adeguatamente e tempestivamente curata a causa dell’errata diagnosi del medico di famiglia, effettuata pur in presenza di elementi per una diagnosi corretta. Sono stati i risarciti i danni ai prossimi congiunti a seguito di sentenza di primo grado.
LESIONE DURANTE INTERVENTO CHIRURGICO – OTTENUTO RICONOSCIMENTO STRAGIUDIZIALE DI €. 10.000,00
Donna, di anni 36, accedeva presso studio odontoiatrico per dolore durante la masticazione e veniva sottoposta ad intervento di terapia canalare dell’elemento 3.6. Ricostruzione in composito dell’elemento 3.6.
In corso di intervento, la paziente subiva lesioni iatrogene del nervo facciale e del nervo trigemino, comportanti una invalidità c.d. micro-permanente.
Al termine di trattative con la Compagnia Assicurativa della Struttura coinvolta, lo Studio Legale otteneva un risarcimento di €. 10.000,00, comprensivo della personalizzazione del danno dovuta alla professione della paziente (musicista).
DANNO DA NASCITA INDESIDERATA – OTTENUTO RISARCIMENTO PER I GENITORI, A SEGUITO DI TRATTATIVE STRAGIUDIZIALI AVVENUTE NEL CORSO DEL GIUDIZIO CIVILE
Donna, di anni 32, all’inizio della gravidanza si sottopone ad una serie di accertamenti necessari ad escludere malformazioni del feto, condizione imprescindibile per la prosecuzione della gravidanza.
L’ esame del cuore fetale non veniva condotto e refertato in maniera appropriata, comportando l’omessa diagnosi di Tetralogia di Fallot.
La bambina nasceva con gravi malformazioni ed invalida civile al 100%.
Nel corso del giudizio civile di secondo grado, lo Studio Legale, a seguito di trattative con la Compagnia Assicurativa della Struttura citata in giudizio, otteneva un risarcimento per i danni da nascita indesiderata subito dai genitori e lesione del diritto di interrompere la gravidanza.